La versione attuale del progetto risale all’estate del 2015 ed è stata realizzata dall’architetto Margotto e dall’ingegner Montresor: i due professionisti hanno ripensato il progetto originale del 2012, ritenuto troppo costoso dalla committenza dei lavori, introducendo alcune variazioni nelle volumetrie e nelle modalità di costruzione dell’opera.
L’edificio è costituito da due strutture distinte, una interna all’altra e rispettivamente sfalsate. Quella esterna, l’unica visibile da fuori, è orientata rispetto alla piazza e a Via Vittorio della Vittoria. All’interno di questa vi è una seconda struttura (la sala cinematografica) che è parallela all’asse longitudinale della chiesa. Negli spazi vuoti, risultanti dall’unione dei due solidi, si inseriscono i servizi igienici e i vani scale.
L’obbiettivo – spiega l’architetto Margotto – era ottenere un edificio che fosse coerente con il resto del tessuto urbano, ma anche qualcosa che rappresentasse una sorta di continuità ideale con la chiesa.
I progettisti hanno cercato di evitare di realizzare una struttura eccessivamente invadente, sia come dimensioni, sia come aspetto, una volta inserita nel resto dell’abitato.
L’edificio si compone di due piani: il piano terra è dedicato al cinema-teatro, mentre al piano superiore sarà realizzata una sala polivalente che potrà essere dedicata a varie attività della parrocchia. L’uso del futuro è d’obbligo, dal momento che questa seconda parte sarà costruita in seguito, quando arriveranno i fondi necessari. Al piano superiore si accede attraverso due differenti rampe di scale, che rendono i due spazi indipendenti e garantiscono il corretto deflusso degli occupanti in casi di emergenza.
Le strutture portanti sono state realizzate attraverso la tecnica del prefabbricato: gli elementi architettonici arrivano già costruiti direttamente dalla fabbrica; in cantiere occorre soltanto unire le pareti tra loro e riempire di calcestruzzo le colonne portanti. Questa tecnica, oltre ad essere più economica rispetto a quella tradizionale, ha consentito anche di ridurre in modo significativo i tempi di costruzione: l’opera è stata realizzata in soli 89 giorni.
Varcata la soglia ci si trova subito nel foyer, delimitato, sul lato che guarda la piazza, da un’ampia vetrata. L’ingresso è ricavato in un angolo tagliato, che conferisce originalità alla facciata e invita chi sta fuori ad entrare. Nel foyer trovano spazio il bancone della biglietteria e il punto ristorazione. Il pavimento in porfido si richiama alla pavimentazione della piazza ed è stato satinato per renderlo migliore. Adiacenti al foyer sono collocate la sala di regia e la cabina di proiezione.
La sala ha una capienza di 248 posti a sedere ed è divisa in due parti. Quella inferiore è realizzata su un piano inclinato, mentre la superiore poggia su una serie di gradoni. Entrando dal foyer si accede direttamente alla parte inferiore, attraverso una rampa che garantisce l’accesso anche alle persone disabili. A circa metà della sala si trovano gli scalini che conducono alla parte più alta. La parte inferiore presenta un’inclinazione dell’l’8% rispetto al suolo, quella superiore, invece, ha un’inclinazione maggiore.
Il pavimento della sala è in legno di rovere, trattato con vernici ignifughe. Le poltrone sono interamente in tessuto. Sul soffitto sono montati degli speciali teli fonoassorbenti in tessuto nero, che hanno la funzione di garantire un’acustica corretta. Le pareti della sala sono rivestite da pannelli di colore blu, presenti anche sulle pareti del foyer, per dare continuità tra i due ambienti.
Il palcoscenico è largo 11,65m per 6,50m di profondità ed è realizzato in legno ignifugo color marrone scuro. Sulla strumentazione tecnica (impianti luci, audio, quinte, scene, ecc) si è scelto di fare un investimento importante, per avere una performance che fosse la migliore possibile. Per le proiezioni cinematografiche è previsto un telo motorizzato avvolgibile che viene calato dall’alto in prossimità della parte anteriore del palco. Sono state previste canalizzazioni e vani che consentono il potenziamento e l’ampliamento dell’impiantistica oggi prevista. L’impianto audio nell’insieme è costituito da due distinti impianti, uno dedicato per il parlato e l’altro per la proiezione cinematografica; nel complesso vi sono venti casse acustiche: dodici sui lati lunghi della sala (sei per lato), quattro sul fondo, due lateralmente al palco e due dietro al telo per la proiezione cinematografica. Dietro il muro di fondo del palco vi sono due camerini, dotati di servizi igienici.
Le poltrone sono interamente in tessuto. Si è evitato appositamente di usare parti in legno, perché il legno può rappresentare un problema per l’acustica della sala, interferendo in modo negativo con la diffusione del suono. Nella parte inferiore della sala le file di poltrone sono sfalsate tra loro, alternando una fila da 15 e una da 16 posti. Questo per consentire agli spettatori una visuale ottimale. Nella parte superiore le file sono da 13 posti, tutte allineate.
L’acustica è stata studiata in modo estremamente accurato, attraverso precisi calcoli realizzati al computer.
Quando si parla di acustica si intendono due cose differenti, entrambe ugualmente importanti. In primo luogo l’isolamento acustico, ovvero il fatto che all’esterno non si deve sentire il suono prodotto dentro il teatro. Per assicurare questa funzione, le mura perimetrali
sono state realizzate in tre strati: ad uno più interno spesso 25cm segue uno strato isolante in poliuretano di 10cm; il tutto è rivestito da una fodera esterna in calcestruzzo spessa 5cm.
Il secondo aspetto è quello dell’assorbimento del suono: ovvero, all’interno della sala lo spettatore deve sentire bene; il suono non deve rimbombare né dare luogo a echi o riverberi. L’effetto fonoassorbente è assicurato da una serie di pannelli in lamiera microforata, contenenti al loro interno uno strato di lana di roccia. Il pannello non è montato direttamente sul muro, ma ne è separato da un intercapedine vuoto, che serve a spezzare l’onda sonora: l’onda rimbalza all’interno dell’intercapedine più e più volte, perdendo progressivamente energia fino a spegnersi del tutto. I teli del soffitto sono fatti in modo diverso, ma rispondono al medesimo principio di azione sull’onda sonora. In questo modo si evita il rimbombo del suono all’interno della sala.
L’illuminazione è assicurata da un impianto di luci a LED, efficaci ed ecologiche, in quanto, per funzionare, richiedono meno energia rispetto ai neon e alle lampadine tradizionali. Le luci di sala sono montate su dei binari che consentono di regolarle nella maniera ottimale. Le luci che illuminano il palco montate su degli appositi tralicci (chiamati in gergo “americane”) e vengono regolate dalla cabina di regia, tramite una consolle.
Sul tetto dell’edificio, non visibili dalla strada, sono presenti delle UTA (Unità di Trattamento dell’Aria) che incamerano aria dall’esterno e la riscaldano. L’aria raccolta viene convogliata, attraverso delle tubazioni esterne, e fatta scendere fino a sotto il pavimento della sala, da dove poi fuoriesce tramite delle bocchette. Quest’operazione avviene lentamente, per non creare disturbo agli spettatori: non ci saranno né folate né rumori fastidiosi. L’aria che è stata immessa nella sala viene poi aspirata da un impianto collocato nel controsoffitto e inviata alle UTA. Qui viene filtrata e pulita e poi rimessa in circolo come descritto sopra. Questo meccanismo ciclico serve per ridurre al minimo il consumo energetico: in inverno, infatti, l’aria che viene messa in circolo ogni volta è quella che viene dalla sala, dunque è già calda e non necessita di essere riscaldata di nuovo.